Nell’articolo di oggi, sotto forma di domande e risposte, ci addentriamo più scientificamente nel vasto tema della fertilità. Abbiamo cercato, nella maniera più esauriente possibile, di rispondere alle domande più comuni, avvalendoci dell’aiuto di un ginecologo e di un’ostetrica di Milano con la speranza di essere d’aiuto al lettore oppure al semplice interessato.
(le informazioni riportate di seguito non si sostituiscono, in nessun modo, a quelle date da un medico)
Come sempre, EquilibrioFemminile e Gessica Boscarato supportano chi concepisce naturalmente!
Naturalmente ci sono coppie che scelgono di intraprendere un viaggio diverso, per svariate motivazioni, e con questo articolo è possibile farne chiarezza.
Domanda numero 1: Come possiamo definire infertilità e sterilità?
Per infertilità si intende il mancato concepimento dopo che una coppia in età riproduttiva ha avuto rapporti sessuali regolari non protetti per circa un anno;
la sterilità invece prescinde da una situazione fisica, maschile o femminile, per cui il concepimento è impossibile (azoospermia nel maschio, menopausa precoce o assenza congenita di utero nelle donne).
Se la condizione di sterilità è quindi una condizione assoluta, quella di infertilità è solitamente una situazione risolvibile con interventi medici o eliminazione di fattori che interferiscono con la capacità di concepire.
Domanda numero 2: Quali sono le cause genetiche di infertilità maschile?
Le anomalie genetiche sono responsabili del circa 6% delle cause di infertilità maschile. I più comuni fattori genetici correlati all’infertilità maschile sono: mutazioni del gene CFTR (fibrosi cistica), anomalie cromosomiche che alterano la funzione testicolare e microdelezioni associate al cromosoma Y.
Domanda numero 3: L’infertilità colpisce più gli uomini o le donne? Quali sono le cause di infertilità?
Innanzitutto bisogna sottolineare come la coppia fertile debba essere considerata un’unica entità, come se si trattasse un singolo paziente. A questo punto possiamo dire che esistono circa il 15% delle coppie in età riproduttiva che si trovano ad affrontare problemi di infertilità. Le cause principali di infertilità sono:
a) Infertilità inspiegata o idiopatica ( 25%)
b) Disordini ovulatori (25%)
c) Danno tubarico (15%)
d) Fattore maschile (25%)
e) Anomalie uterine (10%)
Domanda numero 4: Quanto influisce l’età sull’infertilità?
La fertilità declina con l’età, e questo è un dato di fatto.
Dopo i 35 anni di età femminile c’è una riduzione sensibile della capacità di concepire, con un progressivo calo che raggiunge il completo esaurimento della funzionalità ovarica che avviene attorno ai 44 anni.
Questo non vuol dire che si vada in menopausa, difatti questo esaurimento della capacità di concepire precede di alcuni anni (almeno 6-8) l’avvento della menopausa stessa.
Domanda numero 5: Quali sono gli esami diagnostici a cui si deve sottoporre una coppia infertile?
Sicuramente la prima cosa che il Medico della Riproduzione deve eseguire è un’accurata anamnesi della coppia, comprendente l’età dei partner, la frequenza dei rapporti sessuali, eventuali concepimenti o gravidanze pregresse, interventi pelvici o all’apparato genitale nel maschio.
Per quanto riguarda la partner femminile di fondamentale importanza è l’esecuzione di un’ecografia transvaginale e la valutazione della funzionalità ovarica attraverso il dosaggio ormonale di FSH, LH, PG, PRL,
E2 ed AMH eseguita in 2°, 3° o 4° giornata del ciclo mestruale. Altri esami sono l’ultrasonosalpingografia o l’isterosonosalpingografia per valutare l’eventuale coesistenza di un danno tubarico.
Per quanto riguarda il partner maschile il primo esame è sicuramente una corretta ed attenta valutazione dei parametri seminali ed una spermio-coltura. Esami di secondo livello sono ecografia scrotale con velocimetria doppler ed eventualmente dosaggi ormonali.
Domanda numero sei: Cosa si intende per fecondazione assistita e quando farne ricorso ?
La fecondazione assistita, meglio definita come Procreazione Medicalmente Assistita, è quella branca della medicina che si occupa del trattamento dell’infertilità attraverso procedure diagnostico-terapeutiche in grado di risolvere i problemi esistenti nella coppia.
La PMA consta di 3 livelli di terapia:
1° livello – i cui trattamenti sono essenzialmente i rapporti mirati e l’inseminazione intrauterina (IUI); è dedicato a coppie giovani (con età femminile di solito sotto i 36-37 anni, esami di funzionalità ovarica consoni all’età, tube pervie bilateralmente e partner maschile con condizione di normozoospermia)
2° livello – i cui trattamenti sono essenzialmente la FIVET (fecondazione in vitro e trasferimento dell’embrione) ed eventualmente la ICSI (iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo); prevedono degli interventi di tipo medico (ad esempio la stimolazione ovarica) e chirurgico (il prelievo ovocitario).
3° livello – in cui vengono eseguiti trattamenti chirurgici per la disponibilità di spermatozoi (ad esempio la TESE).
Tendenzialmente sarà il medico della riproduzione a decidere e proporre alla coppia il percorso più giusto in base al caso clinico; sicuramente bisognerebbe rivolgersi ad un professionista dopo un anno di ricerca prole infruttuoso.
Domanda numero sette: Che differenza c’è tra fecondazione omologa ed eterologa?
Nella fecondazione omologa vengono utilizzati i gameti (ovociti e spermatozoi) degli stessi partner formanti la coppia. In quella eterologa i gameti (ovocita o spermatozoo o in alcuni casi entrambi) vengono sostituiti da quelli di una donatrice o un donatore.
Domanda numero 8: Quando viene effettuata la crioconservazione degli embrioni?
La crioconservazione degli embrioni viene effettuata quando da un ciclo di trattamento ci sono embrioni sovrannumerari rispetto a quello (o più raramente quelli) che viene trasferito in utero o in alternativa quando le condizioni della donna non sono adeguate ad effettuare il transfer.
Gli embrioni vengono crioconservati anche nel caso in cui si debba effettuare uno screening delle aneuploidie (come veniva chiamata prima la cosiddetta PGS o diagnosi pre-impianto, oggi definita PGT)
Domanda numero nove: Quali sono i tempi di attesa e i risultati?
I tempi di attesa dipendono da centro a centro; nel pubblico sicuramente ci sarà da attendere, mentre se si sceglie un centro privato il trattamento verrà effettuato nel più breve tempo possibile.
Occorre sottolineare che i risultati diminuiscono all’aumentare dell’età femminile per depauperamento della riserva ovarica e contemporaneo peggioramento della qualità ovocitaria, si riducono all’aumentare dei cicli precedentemente effettuati, aumentano se c’è stata una gravidanza precedente.
Altro fattore essenziale è la riduzione o meglio la cessazione di abitudini voluttuarie quali fumo di sigaretta o assunzione di alcool ed il mantenimento dell’indice di massa corporea sotto i 30 kg/m2.
Domanda numero 10: Quali sono le controindicazioni in un percorso di PMA?
Le controindicazioni principali sono : tumori ormonosensibili (come tumori della mammella) o tumori dell’ovaio; infezioni in atto; BMI > 30 kg/m2.
In ogni caso ogni coppia, essendo un caso specifico, dev’essere valutata dal Medico della Riproduzione che sceglierà il momento adeguato per procedere.
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Domanda numero 11: A quanti cicli di PMA ci si può sottoporre?
Rispondere a questa domanda non è semplice, perché dipende in gran parte dal caso clinico. Non c’è sicuramente un numero perfetto in generale, ma piuttosto una valutazione che dev’essere personalizzata coppia per coppia, con presentazione e decisione da parte del medico di un percorso che possa portare al risultato desiderato, ossia il bambino in braccio.
Gessica Boscarato
Naturopata, floriterapeuta e consulente di fertilità naturale